Il fatto che , dopo cinque decenni di musica , questa tensione non sia sbiadita con il passare del tempo e resti ancora oggi la linfa vitale dei suoi progetti artistici è il segno di un grande talento artistico , dal quale derivano quella insofferenza nei confronti della routine , un certo disinteresse per la ripetizione di schemi e formule comportamentali , avvertiti come un freno per la creatività, che ne caratterizzano la personalità anche al di fuori del mondo musicale .
Nella sua lunghissima carrera artistica , si incontrano composizioni entrate di diritto nella storia continentale del Jazz , a partire dagli originalissimi "Classic Jazz" e "La strada del petrolio" , che risalgono agli anni ’50 e con i quali diede vita a pagine per trio in cui affiorava , seppur mantenendo un'animo BeBop , un’apertura verso nuovi equilibri interni tra i musicisti e un senso melodico , ritmico , armonico che in prospettiva storica avrebbe determinato l’allontanamento dai modelli americani , ormai inflazionatissimi , a vantaggio di una linea "AfroEuropea" diversa , ma complementare .
Una linea che ha amplificato ponendoli come assoluto riferimento estetico , gli atteggiamenti ritmici e sonori del Jazz , come rivela l’ascolto della musica del suo sestetto con violoncello e oboe, con cui realizzò negli anni ’60 un assoluto capolavoro , la suite "Archetipo" .
Grazie alla conquista di una sempre maggiore familiarità con il proprio retroterra musicale, soprattutto quello classico contemporaneo , il suo percorso sarà costellato da opere eterogenee che vedranno , nell'utilizzo dei materiali a disposizione del musicista contemporaneo , un vero e proprio "credo" , per poi condurli nell’ambito della performance di natura Jazzistica .
Da questa ricerca nascerà , alla fine degli anni ’60 , "la Messa d’Oggi" , frutto di un’esigenza spirituale e musicale , ma non religiosa .
Un atteggiamento che, nell’ultimo decennio (il più intenso e produttivo della sua intera carriera), lo ha portato ad affrontare con la Civica Jazz Band grandi pagine del repertorio del Jazz orchestrale e della musica Afroamericana in senso lato: opere firmate da Duke Ellington, James P.Johnson, George Gershwin e Leonard Bernstein , da lui revisionate criticamente e non di rado ampliate grazie all’inserimento di un approccio anche improvvisativo .
Dopo "la Messa d’Oggi" , la volontà di allargare i propri orizzonti , di uscire dagli schemi stilistici convenzionali , si ritroverà nella suite sinfonica "To The Victims Of Vietnam" , scritta negli anni ’70 , nel periodo dell’impegno sociale, e in "Nuova Civiltà" , un’opera in quattro movimenti basata su una sorta di improvvisazione collettiva controllata e della quale esiste una memorabile versione con l'immenso Gerry Mulligan .
Purtroppo introvabili, forse non comprese quando vennero alla luce, queste composizioni hanno come figli i lavori per orchestra Jazz e orchestra sinfonica degli ultimi anni , titolate "Contro la seduzione" , incisa negli anni ’80 e "Dissonanza-Consonanza" . L'unico episodio dichiaratamente "soft" attuato dal Maestro Intra , ma con un discreto riscontro commerciale e di vendite , può essere identificato con "Paopop" del lontano '75 , singolo per Un Disco per l'Estate .
Dalla seconda meta degli anni ’80 sviluppa in forme sempre nuove il progetto "Sound Movie" , basato sull’improvvisazione totale realizzata in contrappunto alla proiezione di famosi film del cinema muto di matrice espressionista , come Nosferatu di Murnau e Metropolis di Lang , con compagni di avventura del calibro di Markus Stockhausen , Roberto Fabbriciani , Franco D’Andrea ed altri musicisti , contemporaneamente elabora una personale e originalissima ricerca sui suoni elettronici che fa di lui uno dei tastieristi di punta a livello internazionale .
Ma nel cammino artistico di Intra gli ultimi tre lustri fanno registrare anche la sorprendente ambientazione elettronica e strumentale dei canti gregoriani , in cui ha recuperato le arcaiche melodie del canto chiesastico in un altro capolavoro "The Blues" , le cui folgoranti melodie e le anomale armonizzazioni sono tutte contenute e riadattate appunto tramite il Blues .
Sono parte integrante di questo composito quadro anche le interpretazioni del repertorio squisitamente jazzistico, di quegli standard che hanno contraddistinto il classicismo mainstream del quartetto con il chitarrista Franco Cerri , sviluppatosi negli anni ’80 e ’90 e diventato il sodalizio artistico più lungo della sua carriera , gruppo entrato di diritto nella storia Jazzistica Italiana .
Artista a 480° , che da qualche anno aveva effettuato grandi riletture ed improvvisazioni totali , Intra sorprende nuovamente con "le Case di Berio" , album nel quale si confronta con la musica elettronica di un compositore contemporaneo classico quale Alessandro Melchiorre , unendola a tratti dalle sue improvvisazioni totali con grandi artefici del Jazz nazionale ed europeo , che costituisce un lavoro di montaggio unico nel suo genere .
Impegnato su diversi fronti , Intra ha inoltre costituito un trio con due suoi giovani allievi come il percussionista Carlo Garofano ed Alex Stangoni , abile artefice di suoni elettronici realizzati dal vivo , ulteriore tappa di questo indomito creatore di musica che , da sempre , combatte ogni barriera rivolta a frenare la libera creazione artistica .
Ma nel cammino artistico di Intra gli ultimi tre lustri fanno registrare anche la sorprendente ambientazione elettronica e strumentale dei canti gregoriani , in cui ha recuperato le arcaiche melodie del canto chiesastico in un altro capolavoro "The Blues" , le cui folgoranti melodie e le anomale armonizzazioni sono tutte contenute e riadattate appunto tramite il Blues .
Sono parte integrante di questo composito quadro anche le interpretazioni del repertorio squisitamente jazzistico, di quegli standard che hanno contraddistinto il classicismo mainstream del quartetto con il chitarrista Franco Cerri , sviluppatosi negli anni ’80 e ’90 e diventato il sodalizio artistico più lungo della sua carriera , gruppo entrato di diritto nella storia Jazzistica Italiana .
Artista a 480° , che da qualche anno aveva effettuato grandi riletture ed improvvisazioni totali , Intra sorprende nuovamente con "le Case di Berio" , album nel quale si confronta con la musica elettronica di un compositore contemporaneo classico quale Alessandro Melchiorre , unendola a tratti dalle sue improvvisazioni totali con grandi artefici del Jazz nazionale ed europeo , che costituisce un lavoro di montaggio unico nel suo genere .
Impegnato su diversi fronti , Intra ha inoltre costituito un trio con due suoi giovani allievi come il percussionista Carlo Garofano ed Alex Stangoni , abile artefice di suoni elettronici realizzati dal vivo , ulteriore tappa di questo indomito creatore di musica che , da sempre , combatte ogni barriera rivolta a frenare la libera creazione artistica .
Enrico Intra è direttore della La Civica Jazz Band, che dirige con entusiasmo e ha fatto diventare una delle orchestre di rilievo della scena Italiana , protagonista di un’importante stagione al Piccolo Teatro di Milano . Da decenni , la sua attività si estende anche all'organizzazione di festival e rassegne concertistiche dall'indiscutibile valenza culturale .
A lui è dedicato , il bellissimo libro/DVD di Maurizio Franco dal titolo "Enrico Intra : IntraMood" del 2008 .
Adesso Vi auguro un attento e meditato ascolto , un album del '79 , che con il Jazz non ha molto a che fare , dai toni forse più "aleatori" e Pop (il "rippaggio" è da vinile un pochetto ... usurato , mi perdonerete !!) .
Indomito Progressista .
"... organizza la tua mente in nuove dimensioni ..."
Grazie !!!!
RispondiEliminaGrazie mille per lo splendido lavoro!
RispondiEliminaSe fosse possibile ti sarei grato e, insieme a me sicuramente tutti gli audiofili, di innalzare il bitrate degli mp3...
Spero che tu salverai comunque in wav...